La sardegna ancestrale
Quando si parla della Sardegna e del suo passato remoto si tende a farlo considerando temi diversi. La sua storia per lo più, si divide tra i religione, magia e riti. Si è scoperto che la civiltà sarda nell’età del bronzo, era particolarmente evoluta. Si è potuto farsene un’idea grazie alle molteplici tracce archeologiche, a parte loro c’è un’altro grosso vantaggio, che altro non è che la capacità di conservare la propria cultura e di tramandarla. Un’isola che per copiare il titolo di un interessantissimo libro ‘Sardegna quasi un continente’ edito nel 1958 da Marcello Serra, racconta la cultura sarda che allo stesso momento, timidamente mostra e cela con estrema decisione, in reconditi anfratti, perle di storia, saggezza, fierezza ed autodeterminazione. I racconti degli anziani, parlavano di Fate (Janas) di Giganti, di demoni o di maghe che siano, ed eroi. A questo punto ci si pone qualche domanda: Come pregavano? Come si curavano? :
A quel tempo non avevano certo ancora il concetto di medicina ma conoscevano rimedi naturale che madre natura elargiva con parsimonia. I fondamenti della sopravvivenza, come non avevano il concetto di omeostasi. Per loro probabilmente, era solo ed esclusivamente un’altra entità da ringraziare per il fatto di essere abili a procurarsi il cibo ed a far crescere la propria famiglia. Tutto era governato da entità misteriose che prendevano nomi e forme diverse e che dovevano essere adorate e coccolate. Protettori dal malocchio o dalla sfortuna. Alle molte domande poste sul nostro passato più remoto, abbiamo qualche risposta, per le altre, ci dobbiamo accontentare di supposizioni.
Questo vuole essere solo un incipit. il primo argomento che sarà pubblicato prossimamente, tratterà del culto dell’acqua.
lapis