Da diverse ore il nuovo anno è arrivato.
Con botti, urla di gioia, della felicità di coloro che abbiano ancora voce per farlo.
Gli altri si riempiono gli occhi della gioia propria urlata dall’altrui voce.
Mi spiace se per la maggior parte di me non sono d’accordo su questa, quanto mai smoderata voglia di festeggiare.
Il periodo nel quale viviamo, nasconde, solo per chi non vuol vedere, tutto il peggio che si è creato sino ad oggi.
Qualcuno potrebbe accusarmi, ciò ben venga, di essere estremo.
Che importa se quando giro per le strade della mia città, scopro quando un uomo, quando una donna, cercando nei cassonetti qualcosa di commestibile, condividendolo con i sempre più numerosi topi.
E’ un diritto acquisito e guai a chi lo tocca.
Allo stesso modo, gli appartamentini di nuovo concetto, ben parcheggiati accanto ai marciapiedi.
Quel qualcuno che bussando al finestrino,”Signori siete pregati di spostarvi di qua e di non soggiornare in auto come se fosse una casa” ed il sentire rispondere con voce rotta dalla disperazione, ma con un amor proprio gigantesco “Scusi vigile, ma questo è tutto ciò che ho, questa è la mia casa”.
E’ questo il futuro? E questo il concetto di smart city?
Oddio, mi auguro che il progresso non sia questo, mio malgrado scusatemi se non mi sento troppo positivo.
Scusatemi se non capisco, o faccio finta di non capire tante cose.
So che il mio come il percorso di tutti, è quello di crescere e maturare ogni giorno, nel tentativo produrre non solo per se stessi ma anche per gli altri, lavoro, serenità e progresso.
Vi auguro un 2016 ricco di volontà, forza e finalmente un po di tranquillità
BENTORNATO
Carissimi lettori,
Dopo un periodo, abbastanza lungo, eccomi rientrato alla base.
Questa assenza, dovuta alla necessità di completare un progetto che fosse, finalmente disponibile a tutti.
Al momento è ancora un po presto pre svelarlo ma non preoccupatevi a breve sarete informati di tutto.
Un sentitissimo abbraccio
lapis.
L’AMERIKA, (dissertazione)
Sono stato diverse volte negli Stati Uniti d’America ma potrei conoscerlo anche solo attraverso la televisione, e mi sarebbe ampiamente sufficiente.
Già dal titolo dei telefilm si capisce che gli americani sono una razza a parte: loro hanno E.R. Medici in prima linea, noi abbiamo la dottoressa Giò, loro hanno Csi Miami, noi Linda e il brigadiere.Non c’è lotta!…
Il poliziotto americano si chiama Jo McAllan, e quando senti un titolo come Una 44 per Jo McAllan, subito pensi a una pistola micidiale.
Il poliziotto italiano è diverso: si chiama Tonio Usai ed ha uno stipendio da fame, e quando senti un titolo come Una 44 per Tonio Usai, subito pensi a un paio di scarpetroppo larghe comprate da Bifulco…
Jo McAllan, dopo un inseguimento in cui ha distrutto quattrocento macchine e sessanta aerei e ha ammazzato quarantacinque mafiosi, ma non con la pistola, perchè aveva finito i colpi, ma a mozzichi sulle orecchie, finalmente torna a casa: una villetta bianca con finestre verdi dove un bambino di sei anni ha lasciato la bicicletta in giardino.
Anche Tonio Usai, dopo otto ore a piazza Matteotti passate a correre appresso agli scippatori ed agli spacciatori, torna a casa, ma nel suo giardino non c’è nessuna bicicletta da bambino, per almeno tre buoni motivi: primo, se il bambino lascia la bicicletta in giardino, non ce la ritrova; secondo, forse non ci ritrova nemmeno il bambino; terzo, dove cazzo ce l’ha il giardino Tonio Usai con lo stipendio da poliziotto?
Jo McAllan entra a casa e chiama la moglie: “Donna!” (si chiama Donna per non confondersi con lui, che è uomo). Donna è di spalle, si gira: è una bambola gonfiabile con tre chili di capelli biondo-Carrà, centotrenta denti bianco-cocaina, trentacinque metri quadrati di labbra rosso-rubino! Da noi una così non se la può permettere neanche il sottosegretario ai Lavori Pubblici, e forse nemmeno Berlusconi, pagandola, naturalmente.
Tonio Usai entra a casa, al Cep, e chiama la moglie: “Gnazia!”. Gnazia è di spalle ed è meglio che non si gira: anche se si gira, la differenza è minima. Gnazia ha tre chili di bigodini, cinque-sei denti di cui tre giallo-pianerottolo, trentacinque metri quadrati di labbra per via dell’herpes.Donna guarda Jo e chiede: “Giornata dura, amore?”. “No”, risponde il marito. “No, bambola, come al solito”…Ma come sarebbe? Tu hai fatto custu burdellu, custa carneficina, che da noi manco se uno passa tre anni a Is Mirrionis succede tutto quello che è successo a te negli ultimi cinque minuti, e dici “come al solito” ?…
Donna sorride a Jo; Donna è un monumento di ormoni che se unpoliziotto italiano, compreso Tonio Usai, la vedesse non sopravviverebbe…
Gnazia è un monumento di cellulite che se un poliziotto italiano, compreso Tonio, la vede, difficilmente sopravvive…
Jo attraversa tutta la casa per arrivare in cucina (ci mette venti minuti, abita in una specie di Versailles). Arriva in cucina, apre il frigo, beve un whisky triplo con dentro sei uova e si versa un bicchiere di latte da ventiquattro litri (le quote latte, in America, fanno paura più che in Barbagia).
Usai entra a casa e già sta in cucina; apre il frigo, ci guarda dentro e si mette a piangere.Jo McAllan guarda Donna: “Tu sei il mio tipo, bambola. Saranno i tuoi occhi…”Tonio guarda Gnazia: “Sembri una Tipo, bambola, anzi una 127. Saranno i tuoi occhiali”.
Donna si sfila maliziosa una vestaglia che da noi non se la può permettere nemmeno la moglie di un politico Pd, figuriamoci la moglie di un poliziotto. Sotto appare una mutanda di pizzo da tre chili e un reggiseno che costa come tutta la tredicesima. Donna sembra la Barbie: l’unica differenza è l’altezza. Gnazia si sfila, sudaticcia, la tuta da ginnastica con l’aiuto di un cacciacopertoni della Genovese Gomme e sotto compaiono due calzini di lana grigi. Gnazia sembra Michele Misseri. L’unica differenza sono i baffi: Misseri non li ha mai portati…
[Continua…forse…]
chiamatemi come volete
Credo che nel mondo nonostante ci siano innumerevoli religioni, e volendo dare una interpretazione, piu o meno corretta, si potrebbe dire che , in un concetto di centralizzazione , ognuna di esse è parte integrante alle altre , dove non vi è una più importante . Tutte si stringono , si sostengono in un unico abbraccio
Ovviamente , tutti possono sbagliare , quando uno e quando l’altro , ad interpretare , a leggere messaggi.
La savana selvaggia è costituita da tante specie di animali , che sono costretti a cacciare ad uccidere perché la natura gli ha sempre detto ciò , ma in quella savana , per quanto selvaggia , aspra e violenta non è raro che la mano di aiuto e di pace venga data da colui che si è sempre conosciuto come nemico.
Al mondo nessuno e indispensabile, ma tutti sono necessari affinché si possa continuare a sorridere, a ridere, ad aiutare e sostenere coloro che piangono , che ridono , coloro che hanno problemi e farsi aiutare da coloro che problemi non ne hanno . Che si chiamino john, omar, sato , paperino o pluto non importa , a me non è mai importato.
Il mondo , la vita sono beni che devono essere preservati a prescindere ma non per noi ma per il nostro futuro !
Oltre lo sguardo
Tutti parlano del bene e del male ma nessuno di loro è a conoscenza esattamente sotto quali forme si celano. Dotti, sapienti, saccenti od ex ignoranti, tutti uniti per renderti difficile capire, razionalizzare. La domanda viene posta veloce e non ti viene dato il tempo per rispondere. Devi essere pronto, rapido ma questa velocità rende difficile ragionare, l’unica soluzione è dare potere all’istinto. Come un’immagine in bianco e nero che ti passa di fronte agli occhi, rapida, come la vita. La devi inquadrare, riconoscere i soggetti, i gesti e nonostante tutto, non sei sicuro di cio che hai visto, che hai vissuto. Dietro le ombre si celano le soluzioni od i problemi, ed entrano in gioco il tuo vissuto, le tue paure e le tue certezze. Così tutti, più o meno rapidamente, trovano la soluzione o meglio, la loro soluzione. All’ inizio è stata spostata una immagine in bianco e nero, provate a guardarla rapidamente, chiudere gli occhi ed analizzarla. Non fate i furbi…………………………….. . ………………, avrete notato che non avete avuto il tempo di memorizzare i vari particolari della stessa. Ad occhi chiusi, scorre ciò che ti sembra di aver recepito, mano a mano i chiari e gli scuri si uniscono a formare ciò che ti sembra la soluzione più coerente. Dopo di ciò, riaprire gli occhi e controllate meglio ciò che la foto rappresenta.
In verità questa fotografia è un classico esempio di una rianimazione d’urgenza. Un lavoratore pratica ad un collega la rianimazione dopo che è un stato colpito da una scossa su di un palo della luce. Come volevo dimostrare, ciò che si vede non sempre è un ciò che realmente sia. L’occhio a volte non vede ciò che la mente cela.
Lapis