Ognuno di noi interpreta il senso della vita in base al proprio vissuto. Ci si alza la mattina, si va al lavoro, a scuola o in qualsiasi altro luogo. Il divertimento con gli amici, lo studio, fino a che non arriva la notte che pone termine alla solita normale giornata. Anche Ines , al suo risveglio, pensava allo stesso modo, fino a quando si rese conto che tutte le sue certezze erano svanite. Svanite come gli amici, l’auto stima e tutto ciò che era e poteva essere. Da quel momento si é dovuto reinterpretare, imparare a vivere una nuova vita. Istintivamente ha dovuto fare delle scelte per se stessa, non sempre ottimali, fino a scoprire che in questa vita, nessuno è veramente solo. La bravura a quel punto, è quella di riuscire a trovare il volto tra le tante maschere che la stessa vita ti presenta. Capita pure che ti sfidi e solo se ci si vuole bene si accetta.
“Tutti dovremmo dire di aver vissuto una bella vita. Il suo senso, si scinde tra chi la vive e chi la guarda, dove quasi mai i soggetti corrispondono. Questo libro è dedicato a tutti coloro che, nonostante gli inciampi, lottando, possono dire di essersela goduta”
Cholo può essere considerata l’ultima fatica di Bruno Corradetti. E’ un romanzo che fluisce come l’acqua di fiume sul suo greto. La trama si districa tra gli Stati Uniti e l’America centrale, quando l’innata curiosità e la sete di conoscenza spinge una coppia ad intraprendere un viaggio nell’America centrale. Lei Ella, una ricercatrice e suo marito Paul, figlio di un bancario, si trovano catapultati tra la vita reale ed alcune credenze Maya. Tutto ha inizio in seguito alla caduta di Paul dalla cima della piramide di Chichen Itza. Da quel momento una battaglia per la vita, alla coppia si unisce la madre Alice, richiamata in quel luogo dal suo sesto senso e da qualcosa o qualcuno con strani segnali . Senza saperlo, quel viaggio sarà per lei fondamentale, la farà tornare indietro nella memoria, permettendole oltre che di aiutare i ragazzi, di ritrovare una parte della sua vita che le era stata nascosta.
Le vite di Irid è un romanzo affascinante , che già dalle prime pagine ti coinvolge attraverso sentimenti di tensione ed eccitazione per ciò che pagina dopo pagina prende forma. Grazie ad un’attenzione scrupolosa nelle descrizioni dei luoghi e di ciò che oggettivamente accade, si entra come un vortice, negli aspetti più profondi dei personaggi. Irid è un personaggio in sospeso, con la vita e con se stessa. Giovane donna, dalla personalità affascinante, sarcastica. Apparentemente decisa ma che nasconde un’insolita fragilità. Una donna in continua ricerca di un equilibrio emotivo coerente e stabile, non frantumato, che possa tenerla in piedi ogni volta che lo specchio le racconta qualcosa di sé. Non a caso probabilmente, sceglie di fare la detective, un mestiere dove competenza precisione, mistero, adrenalina, pericolo, paura, coraggio ed una buona dose di incoscienza, devono stare in equilibrio tra loro e non cedere il passo all’insicurezza personale. Non per caso diventa uno dei migliori detective di Scotland Yard. In una Londra tipicamente grigia a far da sfondo a questo romanzo dai toni tipicamente noir, accade qualcosa. Un mistero, un vaso di Pandora che Irid, viene quasi richiamata ad aprire dalla sua coscienza. Il quotidiano vivere di Irid, viene scalzato continuamente da un flusso di coscienza frammentato, che torna ogni volta che le difese psicologiche vengono meno. Ogni volta che torna e come non respirare , E’ di nuovo dolore. E’ di nuovo paura. Si ritrova immersa in un mistero e con lui si ripresenta un passato ombroso, un cerchio che non è stato chiuso.Quando le situazioni si ripresentano , non lo fanno mai per caso, ma a volte, per dare alla vita quelle risposte che ancora non sono state trovate, sia di un passato da riscattare, sia di un futuro sul quale scommettere. Accanto a Irid, due uomini, Max e Vincent, l’uno collega e l’altro, capo del dipartimento di polizia. Due personaggi con un carattere diametralmente opposto, due modi differenti di affrontare il proprio mestiere, di approcciarsi alla vita, e con due responsabilità differenti, anche nei confronti della stessa Irid. Un romanzo dove i riflettori vengono puntati sui personaggi per farne risaltare le ombre e le fragilità che rendono uniche le loro personalità, legate da un fill- rouge che va oltre il finale del libro. Ombre con un denominatore comune, dove la solitudine e l’inquietudine faranno decidere, in un modo o nell’altro, ciascuno il proprio finale e ombre che spesso portano con se una sofferenza che si può trasformare in qualcosa di incontrollabile
La vita e la morte trovano come loro confine l’imponderabilità delle scelte mai troppo sbagliate che si prendono. L’ultima parola la prende sempre il destino. Questo fatto Riccardo, l’ha capito anche troppo bene dopo la scomparsa della figlia Stefania a causa di un incidente stradale. Nel periodo immediatamente successivo, passato a colpevolizzarsi, segue finalmente l’accettazione. Ritorna alla sua vita normale grazie al lavoro e anche al team che incontra in ufficio, a Bologna e che per lui diventa una seconda famiglia. Una domenica di tre anni dopo, facendo visita alla lapide della figlia, i fantasmi del passato si ripresentano prepotentemente, quando alla base della stessa, trova un mazzo di rose bianche ed un biglietto. La vita fa strani giochi, a volte toglie ed a volte regala, senza dire nulla a nessuno. Sta al singolo individuo imparare a vivere sapendo gioire di quanto, molto o poco, gli viene donato.
Questo romanzo, ha inizio nel 2010 in una cittadina, Martinsicuro, che si affaccia sul mare adriatico al confine tra Marche e Abruzzo. Un piccolo blogger, Gianni Velio, dopo una telefonata notturna dai contorni misteriosi, si apre un’avventura inaspettata, che lo conduce in Sardegna. In quella terra viene a contatto con diversi personaggi, tra i quali un sovrintendente, il quale gli racconta una storia che ha inizio nel 1974, quando due contadini, Tottoi e Giovanni, in agro di Cabras, (Mont’è Prama) Sardegna, rinvengono delle pietre e oggetti molto particolari e fantastici, che nascondono ime verità. Si troverà immerso in un’avventura che lo porrà al centro tra archeologia, storie di spionaggio, amori e amicizie. Al termine di questa avventura che lambisce i confini del fantastico, si troverà ad essere combattuto sulle decisioni da prendere per il presente e il futuro non solo proprio ma anche di coloro che lo circondano.
Il Cortometraggio di Massimiliano Melis tratto dal romanzo ” Il mistero delle Arge”