Da diverse ore il nuovo anno è arrivato.
Con botti, urla di gioia, della felicità di coloro che abbiano ancora voce per farlo.
Gli altri si riempiono gli occhi della gioia propria urlata dall’altrui voce.
Mi spiace se per la maggior parte di me non sono d’accordo su questa, quanto mai smoderata voglia di festeggiare.
Il periodo nel quale viviamo, nasconde, solo per chi non vuol vedere, tutto il peggio che si è creato sino ad oggi.
Qualcuno potrebbe accusarmi, ciò ben venga, di essere estremo.
Che importa se quando giro per le strade della mia città, scopro quando un uomo, quando una donna, cercando nei cassonetti qualcosa di commestibile, condividendolo con i sempre più numerosi topi.
E’ un diritto acquisito e guai a chi lo tocca.
Allo stesso modo, gli appartamentini di nuovo concetto, ben parcheggiati accanto ai marciapiedi.
Quel qualcuno che bussando al finestrino,”Signori siete pregati di spostarvi di qua e di non soggiornare in auto come se fosse una casa” ed il sentire rispondere con voce rotta dalla disperazione, ma con un amor proprio gigantesco “Scusi vigile, ma questo è tutto ciò che ho, questa è la mia casa”.
E’ questo il futuro? E questo il concetto di smart city?
Oddio, mi auguro che il progresso non sia questo, mio malgrado scusatemi se non mi sento troppo positivo.
Scusatemi se non capisco, o faccio finta di non capire tante cose.
So che il mio come il percorso di tutti, è quello di crescere e maturare ogni giorno, nel tentativo produrre non solo per se stessi ma anche per gli altri, lavoro, serenità e progresso.
Vi auguro un 2016 ricco di volontà, forza e finalmente un po di tranquillità